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Il mio lavoro come Biologa Nutrizionista si basa su un’attenta analisi dei parametri ematici e antropometrici tramite l’esame di bioimpendenziometria e anche tramite anamnesi alimentare del paziente.
Una volta valutati questi parametri, viene poi calcolata in modo personalizzato la quantità e la qualità di alimenti e nutrienti necessari a ciascuno. Possono essere utili dieta chetogeniche o a basso contenuto di carboidrati, o diete per ristabilire la flora batterica intestinale o diete per stati particolari (es. Gravidanze) o per Vegani, vegetariani e celiaci.
In tutti questi casi, il piano nutrizionale rispetta i principi alimentari antinfiammatori.
La Bioimpendenziometria (BIA) è una metodica che permette di valutare la composizione corporea tramite l’utilizzo di una monofrequenza di 50 KHz, utilizzabile anche in donne in gravidanza, portatori di pacemaker e bambini.
Nel nostro studio utilizziamo l’apparecchio BIA 101 BIVA della Akern.
Attraverso l’analisi della bioimpedenza vengono visualizzati: la massa magra (fluidi, muscoli, pelle, organi), la massa grassa, la massa cellulare corporea (la parte metabolicamente attiva dell’organismo), la massa muscolo-scheletrica (la componente corporea priva di tessuto adiposo e tessuto osseo), la massa muscolare appendicolare (la somma dei muscoli degli arti superiori e inferiori).
Oltre a questi valori riusciamo a valutare anche lo stato di nutrizione e di idratazione del soggetto e tre valori particolarmente importanti: l’acqua intracellulare (fluidi interni alla cellula), l’acqua extracellulare (fluidi esterni alla cellula che si trovano nello spazio fra le cellule, nei vasi sanguigni, nei tessuti linfatici e nel liquido spinale), e l’angolo di fase (parametro elettrico che esprime la proporzione tra gli spazi intra ed extra cellulari).
Sono proprio questi ultimi valori che ci indicano in modo preciso la presenza di uno stato infiammatorio e le sue caratteristiche.
L’infiammazione è un valore importante da tenere sotto controllo in ambito nutrizionale.
Il mio lavoro di biologa nutrizionista deve accompagnare il paziente nella scelta di alimenti in grado di ridurre il grasso corporeo e l’acqua extracellulare.
L’aumento dell’acqua extracellulare associato alla riduzione dell’acqua intracellulare determinano una riduzione del valore dell’angolo di fase, ovvero peggioramento del quadro infiammatorio.